Il 27 luglio 2025, a Milano, il noto ex calciatore Antonio Filippini ha condiviso aneddoti della sua carriera, evidenziando il legame indissolubile con il fratello Emanuele. I gemelli, che hanno calcato i campi di Serie A, hanno vissuto momenti di grande intensità sia insieme che in contrapposizione. Antonio ha raccontato come l’allenatore Guardiola li considerasse un esempio nel mondo del calcio, esprimendo il rammarico di non aver mai indossato la maglia della nazionale italiana.
Il legame tra i gemelli Filippini
I gemelli Filippini hanno vissuto esperienze uniche, talvolta distinte. Antonio ha ricordato episodi significativi della loro gioventù, come quando, a soli 14 anni, entrambi lavoravano in mestieri diversi: lui come corniciaio e Emanuele come elettrauto. “Quella era la vita vera per noi”, ha affermato Antonio, riflettendo su come il calcio fosse solo una parte dei loro sogni. Negli ultimi anni, Antonio ha intrapreso la carriera di allenatore, guidando squadre come Trento, Livorno e Genoa femminile. “Anche mio fratello ha intrapreso un percorso simile”, ha aggiunto, sottolineando l’affinità tra i due.
Parlando del loro passato, Antonio ha rivelato che durante le partite, anche quando si trovavano in squadre diverse, il loro legame rimaneva forte. “Quando chiedi di me, parlo sempre al plurale”, ha detto, evidenziando come la loro connessione fosse parte integrante della loro identità. Questa simbiosi ha caratterizzato anche i momenti di tensione, come quando l’allenatore Lucescu propose di scambiarsi le maglie per ingannare l’arbitro. “Decidemmo di non farlo, avevamo sentito di gemelli squalificati in passato”, ha spiegato Antonio, dimostrando il valore dell’integrità.
Le sfide e le vittorie
Antonio ha condiviso anche le difficoltà affrontate durante la carriera, come quando l’allenatore Fascetti fece un commento che scatenò la reazione della madre dei gemelli. “Nostra madre rispose prontamente, e quel battibecco si trasformò in un momento di affetto”, ha ricordato. Questo episodio evidenzia come la famiglia fosse sempre presente nel loro percorso sportivo, sostenendoli in ogni fase della loro vita.
La figura materna è stata fondamentale per i gemelli, che hanno descritto come la madre fosse il “sergente di ferro” della famiglia. “Non c’era spazio per sgarrare. Ogni giorno era un richiamo alla disciplina”, ha affermato Antonio, sottolineando il ruolo cruciale della madre nella loro formazione. La sua scomparsa durante la pandemia ha lasciato un vuoto incolmabile, un momento di grande tristezza che ha colpito entrambi profondamente.
Rimpianti e sogni futuri
Nonostante i successi, Antonio ha espresso rammarico per non aver mai avuto l’opportunità di giocare con la maglia della nazionale italiana. “Oggi avremmo potuto essere in Nazionale”, ha detto, evidenziando il riconoscimento ricevuto nel corso della carriera. Ha anche menzionato come Guardiola li avesse elogiati, affermando che giocavano “in modo diverso dagli altri”. Questo riconoscimento ha alimentato il desiderio di lasciare un’eredità duratura nel calcio.
Antonio ha anche parlato delle esperienze condivise con il fratello, inclusa la sfida in campo durante un match tra Parma e Brescia, dove i due si sono affrontati con grande intensità. “Ci siamo ‘menati’ eccome”, ha scherzato, ricordando la competitività che caratterizzava il loro rapporto. Guardando al futuro, il sogno di Antonio è quello di diventare “il Ferguson di Brescia”, un obiettivo ambizioso che riflette la sua passione per il calcio e il desiderio di lasciare un segno nella storia della sua squadra.