Vincent Candela, ex terzino della Nazionale francese, ha condiviso ricordi e riflessioni sulla sua carriera nel calcio, in un’intervista rilasciata a Milano il 29 luglio 2025. L’atleta, che ha vissuto momenti indimenticabili, ha parlato del suo percorso, delle sue esperienze e dei rimpianti che lo accompagnano.
Le origini di un calciatore
Candela, originario dell’Occitania, nel sud della Francia, ha iniziato la sua carriera sportiva nel rugby. “Ho trascorso cinque anni nelle giovanili del Tolosa, dove il rugby è una tradizione. Allenandomi con i miei amici rugbisti, ho anche giocato a calcio, imparando così il valore della fratellanza e del lavoro di squadra“, ha raccontato. Questi insegnamenti lo hanno accompagnato anche durante la sua carriera calcistica, dove ha ricoperto ruoli diversi, passando da centravanti a centrocampista e infine a terzino.
Dopo aver fatto il suo ingresso nella Roma a ventiquattro anni, Candela ha vissuto otto stagioni indimenticabili. “La Roma è stata la squadra della mia vita. Qui ho messo radici, i miei figli sono nati in questa città e ormai sono trent’anni che vivo a Roma“, ha affermato con affetto. La sua carriera è stata segnata da esperienze uniche, tra cui la vittoria del Mondiale 1998 con la Francia, un traguardo che ha definito un sogno realizzato.
Un confronto tra leggende
Nel corso della sua carriera, Candela ha avuto l’opportunità di giocare con alcuni dei più grandi calciatori della storia, come Francesco Totti e Zinedine Zidane. “Francesco era un amico, la sua velocità di pensiero era sorprendente. Ci capivamo al volo, sapevo dove avrebbe calciato anche prima che il pallone gli arrivasse”, ha spiegato. Riguardo a Zidane, ha aggiunto: “È stato il Calcio in persona, il calciatore più elegante che abbia mai visto”.
Nonostante i momenti di tensione con l’allenatore Zdeněk Zeman, Candela ha riconosciuto l’importanza del suo insegnamento in termini di disciplina e sacrificio. “Ho litigato con tutti, ma con Zeman di più. Ero giovane e non capivo il suo approccio”, ha confessato, sottolineando però il rispetto che ha per lui.
I rimpianti e le esperienze in Premier League
Riflettendo sui momenti più belli e sui rimpianti della sua carriera, Candela ha rivelato: “Quando ho vinto il Mondiale nel 1998, mi sono sentito realizzato. Alzare la coppa del mondo nel mio paese è stato incredibile”. Tuttavia, ha anche espresso rammarico per aver lasciato la Roma, un club che ha rappresentato molto per lui. “Avrei potuto gestire meglio la situazione, ma spesso agisco d’istinto”, ha ammesso.
Dopo la sua esperienza con la Roma, Candela ha giocato per sei mesi al Bolton, dove ha trovato un ambiente diverso. “Lì mi divertivo. L’allenatore Sam Allardyce ci diceva di allenarci solo il giovedì e il venerdì, e poi di giocare la partita il sabato. È stata un’esperienza unica”, ha raccontato con un sorriso.
Il futuro e la ricerca di sé stesso
Avvicinandosi al compimento dei cinquantadue anni, Candela ha dichiarato di essere ancora in viaggio verso la migliore versione di sé stesso. “Non si finisce mai di imparare. Voglio conoscere ogni giorno un po’ di più su di me”, ha affermato, riflettendo sull’importanza di scoprire l’uomo dietro la maschera del calciatore. La sua vita, costellata di successi e sfide, continua a essere un percorso di crescita e apprendimento costante.