Motta: “Estupinan come Rodman e il derby di Giacarta. Il City mi voleva, ora sono solo”

Rosa De Angelis

Luglio 28, 2025

Marco Motta, ex terzino di fama e oggi allenatore a Madrid, ha recentemente condiviso alcuni ricordi significativi della sua carriera calcistica. In un’intervista rilasciata il 28 luglio 2025, il 37enne ha parlato dei suoi trascorsi nel mondo del calcio, rivelando aneddoti interessanti e riflessioni sulla sua vita e sulla sua professione.

Un percorso variegato tra club e nazionali

Nella sua carriera, Marco Motta ha indossato le maglie di diverse squadre, tra cui la Roma, la Juventus e il Pescara. Oggi, mentre allena una squadra a Madrid, guarda indietro con affetto ai momenti trascorsi accanto a giocatori talentuosi. Tra questi, spicca il nigeriano Ademola Lookman, attualmente nel mirino dell’Inter, con il quale ha condiviso il campo sin dai 16 anni. Motta ricorda Lookman come “una scheggia che ti saltava secco”, evidenziando la sua velocità e abilità.

L’allenatore ha anche parlato del suo periodo con Antonio Conte, noto per le sue dure sedute di allenamento. “Le ripetute a mezzogiorno erano estenuanti, tanta gente vomitava”, ha rivelato Motta, descrivendo la severità del metodo di lavoro del tecnico. Questi ricordi non solo offrono uno spaccato della vita professionale di Motta, ma mostrano anche il suo attaccamento a esperienze condivise con i compagni di squadra.

Una carriera segnata da scelte e aspirazioni

Marco Motta ha anche riflettuto sulle sue aspirazioni professionali. In un momento di introspezione, ha rivelato che, se non fosse diventato calciatore, avrebbe probabilmente intrapreso la carriera di avvocato. “Sarei rimasto a vita alla Roma“, ha dichiarato, esprimendo il suo affetto per il club giallorosso e la città che lo ha accolto. La sua carriera, pur essendo stata ricca di successi, è stata anche caratterizzata da scelte difficili e momenti di incertezza, come accade a molti atleti professionisti.

Un cittadino del mondo

Motta ha citato Socrate, apponendo una sua frase sul frigo: “Non sono né ateniese né greco, ma un cittadino del mondo”. Questa citazione riflette il suo approccio alla vita e alla carriera calcistica. Non identificandosi esclusivamente con una città o una squadra, ha saputo raccogliere esperienze da ogni luogo in cui ha giocato, creando un mosaico unico della sua vita.

Con il suo attuale ruolo di allenatore, Motta ha l’opportunità di trasmettere ai giovani calciatori le lezioni apprese durante la sua carriera, contribuendo a formare una nuova generazione di talenti nel calcio. La sua storia è un esempio di come le esperienze vissute sul campo possano influenzare positivamente il futuro di altri atleti.

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