La pallavolista Asja Cogliandro annuncia la gravidanza e accusa il club di allontanamento, ma la società smentisce.

Marco Rivetti

Luglio 28, 2025

Asja Cogliandro, giocatrice di pallavolo di 29 anni attualmente in forza alla squadra Black Angels Perugia Volley, ha recentemente condiviso la sua esperienza di atleta incinta, rivelando le difficoltà affrontate in un ambiente sportivo che sembra non garantire sufficienti tutele. La sua storia, raccontata a “La Stampa”, ha sollevato un acceso dibattito sulla condizione delle sportive in gravidanza e sulle politiche delle società sportive.

La scoperta della gravidanza

Nel gennaio 2024, dopo aver rinnovato il contratto con il club, Cogliandro scopre di essere incinta. Nonostante la gioia per la notizia, continua ad allenarsi fino a quando, il 21 gennaio, decide di comunicare la sua gravidanza al direttore sportivo. Inizialmente accolta con entusiasmo, la situazione cambia rapidamente. La società le chiede di lasciare la casa e restituire le mensilità già percepite, esprimendo in modo deciso la volontà di interrompere il rapporto lavorativo. La pallavolista ha tentato di mediare, proponendo una sospensione del contratto con la possibilità di ricoprire ruoli amministrativi, ma senza successo. Cogliandro ha denunciato di aver subito una violenza psicologica, evidenziando come la sua condizione di co.co.co. non garantisca le stesse protezioni di un contratto professionale.

La risposta della società

La società Black Angels Perugia Volley ha risposto alle accuse, sostenendo di non aver licenziato Cogliandro e di aver rispettato le normative sulla gravidanza. Hanno affermato di aver proposto di pagare l’80% dell’ingaggio e di aver garantito la copertura previdenziale per la maternità, con la scadenza del contratto fissata per il 30 giugno 2025. Secondo la società, la giocatrice avrebbe comunicato informalmente la sua gravidanza senza presentare la necessaria certificazione medica, e la loro decisione di interrompere l’attività fisica sarebbe stata presa per tutelare la salute della madre e del nascituro.

Le necessità delle atlete

In risposta alle affermazioni della società, Cogliandro ha evidenziato che le proposte ricevute non sono state sufficienti e ha sottolineato la necessità di maggiori tutele per le atlete in gravidanza. La sua esperienza non è isolata e riflette una problematica più ampia che coinvolge molte sportive, costrette a scegliere tra carriera e maternità in un contesto lavorativo che non sempre offre le garanzie necessarie.

Il supporto della federazione

Il presidente della Federazione Italiana Pallavolo, Giuseppe Manfredi, ha espresso solidarietà a Cogliandro, affermando che la maternità non dovrebbe mai essere considerata un ostacolo alla carriera di una sportiva. Ha ricordato l’iniziativa “La maternità è di tutti”, un fondo creato per supportare le atlete che diventano madri, evidenziando l’importanza di garantire un ambiente di lavoro più inclusivo e rispettoso delle esigenze delle sportive.

Un dibattito significativo

La vicenda di Asja Cogliandro ha acceso un dibattito significativo sulla necessità di riforme nel mondo dello sport, affinché le atlete non debbano più affrontare pressioni o discriminazioni legate alla maternità. La questione delle tutele per le sportive in gravidanza è ora più che mai al centro dell’attenzione, richiedendo un intervento concreto da parte delle istituzioni e delle federazioni sportive.

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