Nell’ambito del calcio italiano, il ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina del Milan ha suscitato un notevole interesse. L’allenatore livornese, già vincitore di uno scudetto con i rossoneri nel 2011, si trova ora a riprendere le redini della squadra in un contesto in cui le critiche sul suo stile di gioco non mancano. Il 26 luglio 2025, da Milano, il profilo di Allegri emerge come quello di un tecnico abile nel gestire le pressioni, ma anche nel rispondere con ironia ai suoi detrattori.
Il percorso di Massimiliano Allegri
Nella sua carriera, Massimiliano Allegri ha collezionato 804 partite da allenatore, ottenendo 435 vittorie. Tra queste, spiccano 114 partite vinte con il punteggio di 1-0, un dato che rappresenta oltre il 26% del totale. Questi numeri, sebbene possano sembrare una curiosità, pongono interrogativi sul suo approccio al gioco, soprattutto ora che è tornato a guidare il Milan. Allegri è noto per un calcio che alcuni definiscono speculativo e difensivo, ma i suoi successi passati suggeriscono che potrebbe essere il momento di riconsiderare questa etichetta.
Il tecnico ha spesso utilizzato l’ironia come arma per affrontare le critiche, giocando con il termine “corto muso”, una metafora presa dal mondo dell’ippica per descrivere una vittoria di misura. Questo modo di vedere il calcio, che privilegia il risultato rispetto allo spettacolo, ha portato Allegri a essere visto come un difensivista, un’etichetta che lui stesso ha cercato di smontare. In risposta a domande sul suo stile di gioco, ha affermato: “Se non rispondo, dite che sono catenacciaro; invece saremo offensivi”. Queste dichiarazioni rivelano la sua volontà di sfidare le aspettative e di dimostrare che il suo approccio può essere più dinamico di quanto non venga percepito.
Vincere o convincere?
Allegri ha allenato squadre come Sassuolo e Cagliari, dove ha spesso dovuto adattare il suo stile a un contesto non sempre favorevole. La sua filosofia si è frequentemente concentrata sul “primo non prenderle”, un principio che ha portato a un netto incremento delle vittorie di misura. Da un certo punto della sua carriera, il tecnico ha sviluppato una tendenza a vincere partite con punteggi risicati, un dato che ha alimentato le critiche al suo approccio. Tuttavia, è importante considerare che il suo stile di gioco ha spesso portato a risultati positivi, anche se non sempre entusiasmanti per i tifosi.
La percezione di Allegri come simbolo di un calcio poco attraente è in parte influenzata dai deludenti risultati ottenuti negli ultimi anni alla Juventus. Molti dimenticano i momenti di bel gioco e le vittorie ottenute in passato, riducendo la sua carriera a un breve periodo di insoddisfazione. Le sue vittorie in campionato e le finali di Champions League raggiunte con la Juventus sono testimonianze di un allenatore capace di ottenere risultati, anche se le critiche sul suo stile continuano a persistere.
Giudizi e pregiudizi
Massimiliano Allegri è spesso descritto come un allenatore pragmatico, capace di adattarsi alle circostanze. La sua indole livornese si riflette nel suo modo di affrontare le critiche, mescolando sarcasmo e provocazione. Questo aspetto della sua personalità lo ha portato a essere inserito nella categoria dei ‘risultatisti’, contrapposta a quella dei ‘giochisti’. Allegri, tuttavia, non sembra preoccuparsi di questa distinzione, ritenendo che il successo si basi più sulle capacità individuali dei calciatori che su schemi rigidi.
Le sue dichiarazioni sul gioco evidenziano un approccio diretto e pratico: “Se volete divertirvi, andate al circo”. Nonostante ciò, i numeri parlano chiaro: il suo Milan, al debutto, ha segnato 65 gol e subito solo 24, dimostrando che una solida organizzazione difensiva può portare a successi tangibili. Tuttavia, il giudizio su di lui come portatore di un calcio poco coinvolgente sembra eccessivamente severo, considerando le sfide affrontate negli ultimi anni.
Il calcio è semplice
Allegri ha sempre sostenuto che i calciatori siano più importanti degli schemi. A suo avviso, il calcio è una questione di organizzazione difensiva e abilità individuale. La sua visione del gioco si distacca da quella di molti colleghi, che tendono a enfatizzare l’importanza delle tattiche. Durante la sua carriera, ha messo in evidenza come la semplicità possa portare a risultati straordinari, come dimostrato dal suo lavoro con il Cagliari e il Milan.
La sua affermazione che “non vincono gli schemi, ma i gesti tecnici dei calciatori” riassume bene il suo approccio. Allegri ha avuto a disposizione giocatori di talento, e la sua capacità di sfruttare le loro qualità individuali ha spesso portato a successi. Tuttavia, resta da vedere se questa filosofia possa adattarsi alle esigenze del suo nuovo Milan, dove le aspettative sono alte e il desiderio di tornare a vincere è palpabile.
Riflessioni su Galeone
In un’intervista a Sportweek, Allegri ha citato il suo punto di riferimento, Galeone, un allenatore che ha saputo rimanere umile nonostante i successi. Allegri ha apprezzato la sua capacità di semplificare il gioco, ritenendo che la vera bravura di un allenatore stia nel fare meno danni possibile. La sua ammirazione per il Barcellona di Guardiola, un modello di gioco semplice e coinvolgente, mette in evidenza il contrasto tra le sue aspirazioni e le critiche ricevute.
In definitiva, Massimiliano Allegri si presenta come un allenatore che, pur essendo al centro di polemiche e critiche, continua a perseguire la sua visione del calcio. Con il suo ritorno al Milan, la sfida sarà quella di dimostrare che il suo approccio può evolversi e adattarsi alle nuove esigenze, mentre il mondo del calcio lo osserva con attenzione.