Sergio Campana, figura storica del calcio italiano, ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo dello sport. Il 3 marzo 2025, la notizia della sua scomparsa ha colpito profondamente il panorama calcistico, ricordando il suo ruolo cruciale nella fondazione del sindacato italiano dei calciatori. Insieme a nomi illustri come Gianni Rivera, Sandro Mazzola e Giacomo Bulgarelli, Campana ha unito anche avversari sul campo per dare voce ai diritti dei giocatori, un passo fondamentale che ha segnato una vera e propria rivoluzione.
Il contributo di Sergio Campana al calcio italiano
Sergio Campana, per oltre 40 anni presidente dell’Associazione Italiana Calciatori (AIC), ha dedicato la sua vita alla difesa dei diritti dei calciatori. La sua morte, avvenuta nella notte del 3 marzo 2025, è stata annunciata dall’ANSA, sottolineando il suo impegno e la sua passione per il calcio. Umberto Calcagno, attuale presidente dell’AIC, ha affermato che tutti i calciatori devono riconoscere a Campana il merito dei diritti che oggi sembrano scontati, ma che sono stati conquistati grazie alle sue battaglie. Campana, originario di Bassano del Grappa, aveva 90 anni e si trovava in una clinica per un peggioramento della salute.
Nato nel 1934, Campana ha iniziato la sua carriera come centravanti, giocando per il Lanerossi Vicenza e il Bologna, prima di appendere gli scarpini nel 1967. Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, ha fondato l’Assocalciatori, diventando un punto di riferimento per i diritti dei giocatori. Sandro Mazzola ricorda come la creazione del sindacato fosse rivolta a quei calciatori che non avevano voce e che si trovavano in difficoltà.
Le battaglie e le conquiste del sindacato
Uno dei momenti più significativi nella storia del sindacato è stato il primo sciopero nel 1974, quando i calciatori si unirono per protestare contro il trasferimento forzato di Augusto Scala dal Bologna all’Avellino. Questo gesto ha segnato l’inizio di una nuova era, in cui i diritti dei calciatori hanno iniziato a essere riconosciuti. L’anno 1981 ha visto l’approvazione della legge 91, che ha definito il lavoratore-calciatore e ha regolato i rapporti tra le società e gli atleti professionisti.
Tra le conquiste più importanti ottenute grazie alle lotte di Campana e del sindacato c’è stata l’abolizione del vincolo, che rappresentava una forma di servitù per i giocatori. Altre importanti vittorie includono il riconoscimento del diritto d’immagine, la previdenza sociale, il fondo di fine carriera e l’indennità di mancata occupazione. Questi successi hanno contribuito a migliorare la dignità e il ruolo dei calciatori all’interno del sistema calcistico italiano.
Il lascito di Sergio Campana
La figura di Sergio Campana è stata spesso descritta come quella di un uomo che ha saputo tutelare la dignità umana e gli interessi dei calciatori. Franco Carraro, ex presidente della FIGC, ha sottolineato che il lungo periodo di presidenza di Campana ha coinciso con i più grandi successi del calcio italiano. Anche Gabriele Gravina, attuale presidente della FIGC, ha riconosciuto il contributo di Campana nello sviluppo del calcio e nell’affermazione dei diritti dei calciatori.
Umberto Calcagno ha definito Campana un “maestro”, evidenziando come la sua lezione continui a influenzare il lavoro del sindacato. Gianni Grazioli, ex segretario dell’AIC, ha descritto Campana come un uomo del passato, ma con uno sguardo rivolto al futuro. I funerali di Sergio Campana si svolgeranno martedì 7 marzo 2025, alle 16, a Bassano del Grappa, città che ha segnato le sue radici e il suo lungo cammino nel mondo del calcio.